Il Vermut, o Vermouth secondo la grafia francese, è un patrimonio della sterminata tradizione enologica italiana che vanta oltre tre secoli di storia. La sua invenzione si deve ad Antonio Benedetto Carpano, che per primo a Torino lo produsse nel lontano 1786.
La sua nascita si deve alla necessità in quell’epoca da parte dell’Inghilterra di trovare un’alternativa ai vini francesi, non più disponibili a causa della guerra che dall’inizio del secolo contrapponeva Inghilterra e Francia.
Per far fronte a questa necessità l’Inghilterra iniziò a richiedere al Portogallo i suoi già celebri vini liquorosi, Porto e Madeira, la cui elevata componente alcolica li rendeva più adatti dei vini tradizionali ai lunghi viaggi in nave che dovevano affrontare.
La richiesta di vini molto alcolici stimolò quindi anche in Italia la produzione di questi vini, fu così che dapprima il Marsala in Sicilia e il Vermut in Piemonte poi, videro la luce.
Il Vermut, o Vermouth, a differenza del Porto e del marsala non è un vino liquoroso ma un vino aromatizzato. La sua composizione è infatti per almeno il 75% di vino (bianco o rosso), dolcificante (zucchero) ed estratti di erbe. Tra queste non possono mancare quelle appartenenti alla famiglia delle artemisie.
Il Vermut in Italia, grazie soprattutto alla fama che gli hanno procurato grandi marchi commerciali come Martini, è sempre stato utilizzato per la preparazione di cocktail. Negli ultimi tempi tuttavia, l’interesse per il Vermouth dei consumatori più esigenti ha fatto rivivere una seconda giovinezza alle sue versioni più artigianali.
La ricerca di un prodotto con ingredienti di qualità, dal gusto ricercato e dall’identità originale, ha spinto gli appassionati del genere a ricercare le produzioni storiche ma anche a osservare con interesse le novità.
È in questo contesto che è nata l’idea di produrre il Vermut Castelli del Grevepesa, come tributo a un grande prodotto italiano rivisitato secondo la tradizione toscana.
Il Vermut Castelgreve nasce con una ricetta originale dove il vino di base è ottenuto da Sangiovese e le botaniche, provenienti quasi interamente dalla Toscana, sono state accuratamente selezionate per dare al vino un sapore assolutamente originale.
Il Vermut può essere gustato liscio ad una temperatura fresca, con ghiaccio, magari con una fetta d’arancio o una scorza di mandarino o di limone.
Il Vermut può essere utilizzato anche come base di uno dei cocktail italiani più celebrati al mondo, che ha visto i suoi natali in Toscana, il Negroni. Stesso discorso per l’Americano, di cui il Negroni rappresenta una variante, il Negroni sbagliato e il Manhattan.
I modi per gustarlo non finiscono qui, il Vermut viene infatti impiegato anche in cucina, per la preparazione di soffritti, per marinare la carne e il pesce ma anche per dolci come il Tiramisù.
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