La rinascita del Chianti: parte 1

Nel libro di Maurizio Mambrini: Mezzo secolo di vita e di vino, viene descritta la rinascita del territorio del Chianti avvenuta dopo la crisi del sistema mezzadrile durato secoli, dopo la seconda guerra mondiale.

Il sistema mezzadrile (contratto agricolo tra proprietari di terreni e coltivatori) basato sulla famiglia patriarcale, prevedeva che tutti i componenti della famiglia prendessero parte alle varie attività della fattoria, questo aveva da secoli sostenuto l’economia agricola chiantigiana e non, favoreggiando notevolmente i proprietari terrieri che avevano sempre l’ultima parola.

Nel corso del settecento, i proprietari si rendono conto che non si poteva lasciare nelle mani dei mezzadri, considerati ignoranti in agronomia e poco sensibili alle esigenze che il mercato richiedeva continuamente, le scelte delle colture e l’intera gestione della fattoria. Così venne introdotto la figura del fattore per dirigere e coordinare i contadini, imponendo il potenziamento delle coltivazioni più redditizie quali olivo ma soprattuto la vite, facendo trasferire e concentrare in appositi spazi come il frantoio della fattoria e la cantina, le attività di trasformazione di questi prodotti di pregio.

Questa riorganizzazione portò alla bonifica e all’ampliamento di terre coltivabili, all’incremento di investimenti volti a migliorare la coltivazione, e una conseguente affermazione, come regina indiscussa del territorio Chianti: la vite.

Negli anni l’evoluzione portò a selezionare e migliorare le tecniche di vinificazione, la scelta dei vitigni, i tagli delle uve e la cura della terra, che rese il Chianti, il vino Toscano e Italiano per eccellenza ma soprattuto tra i più famosi al mondo.

La mezzadria e la piccola proprietà avevano attraversato secoli indenni, ma quando la rapida affermazione di nuove condizioni sociali, economiche e culturali, aggravò i vecchi squilibri rendendo ovvie quelle che erano le condizioni socio-economiche della vita di campagna, neanche una tardiva modernizzazione dell’agricoltura riuscì ad arginare tale processo. Durante gli anni 50 il podere e la fattoria furono pian piano messi da parte per lasciare spazio ad una sempre più crescente agricoltura moderna.

Crediti: l’immagine mostra un dettaglio dell’affresco di Ambrogio Lorenzetti, Gli effetti del Buongoverno in campagna.



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